
Ho sempre ritenuto che il “compito artistico” sia quello della preveggenza, del guardare oltre, dell’immaginario.
Attraverso la vista di un quadro, l’ascolto di una musica, la lettura di un testo quante volte è capitato di comprendere altro e oltre. All’artista il ruolo che forse un tempo era quello dell’aruspice. Ma non solo, all’artista spetta anche il ruolo di essere “ponte”, “avvicinamento”, “umanità riconoscibile”, basti pensare al lavoro degli Uffici Cultura delle Ambasciate dove attraverso l’arma della arte ha principiato o consolidato l’amicizia tra gli Stati, quindi tra gli uomini, a colpi di cultura:
l’unica arma che fa bene!
Da queste premesse, nasce l’urgenza di scrivere questo “condensatore di domande” che prova a dare risposte.
Una riflessione a voce alta sia per raccontare la portata rivoluzionaria che questo periodo storico sta avocando a sé, attraverso l’Intelligenza Artificiale, e sia per immaginare il ruolo dell’Arte, ed in particolare dello Spettacolo dal Vivo, in questa fase di trasformazione globale.
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